Dopo trattamento infiltrativo intraforaminale con guida TAC presenta un immediato beneficio con completo risoluzione del quadro doloroso
Dopo trattamento infiltrativo intraforaminale con guida TAC presenta un immediato beneficio con completo risoluzione del quadro doloroso
Le lombalgie e le lombosciatalgie sono patologie fortemente invalidanti, sempre più diffuse in ogni categoria sociale ed in età sempre più precoce.
Lo studio vuole dimostrare che l’Ozonoterapia è efficace anche nel trattamento delle ernie discali espulse, complicate da importante sintomatologia neurologica e che il risultato clinico immediato si mantiente anche a lungo termine.
Il caso presentato riguarda un paziente, sportivo di alto livello (n.d.a.), affetto da una voluminosa ernia espulsa L4-L5 con voluminoso frammento migrato verso il basso ed una seconda ernia di discrete dimensioni espulsa a livello di L5- S1 determinanti il tipico quadro clinico della sindrome della cauda equina. Rifiutata dal paziente l’indicazione ad intervento chirurgico, pur essendo stato edotto sulla gravità della patologia, venivano effettuate infiltrazioni paravertebrali di Ossigeno-Ozono contemporaneamente su L4-L5 e L5-S1 e bilateralmente somministrando 6 cc a 20 γ di miscela gassosa ad ogni infiltrazione.
Dopo 6 ore dalla prima seduta il paziente riferiva un netto miglioramento clinico decidendo per la sospensione dell’intervento chirurgico. Dopo ulteriori due sedute la sintomatologia soggettiva e motoria era totalmente regredita. Furono praticate in tutto 14 sedute a cadenza bisettimanale. Dopo rispettivamente tre e otto mesi le RMN di controllo dimostravano inizialmente una marcata riduzione volumetrica, quindi una completa risoluzione delle ernie discali L4-L5 e L5-S1.
A 7 anni di distanza il paziente gode di ottima salute, non avendo più avuto dolore e/o deficit sensitivo e motorio e al controllo RMN la situazione risulta invariata e sovrapponibile ai precedenti controlli.
L’Ozonoterapia trova indicazione anche nelle erniazioni discali multiple e paretizzanti. Il caso descritto di sindrome della cauda equina è un esempio, se vogliamo estremo, che dimostra che patologie di severa gravità ritenute spesso ancora oggi di competenza esclusivamente chirurgica possono essere trattati con successo con Ossigeno-Ozono seppur con la massima prudenza ed in casi particolari ed a condizioni che il paziente venga attentamente monitorato.
Paziente di 35 anni trattato con ozono per ernia discale cervicale C6-C7 e protrusione C5-C6
La paziente, 50 anni, presentava una lombosciatalgia con irradiazione destra da circa 1 mese, scarsa risposta a terapia con cortisone.
Paziente di 40 anni con precedente intervento di discectomia per ernia discale intraforaminale L4-L5. Lombosciatalgia acuta con irradiazione all'arto inf sin,
Ozonoterapia nella patologia artrosico-degenerativa della colonna lombare nell’anziano. dopo.3 mesi il 57,3% dei pazienti ha riferito un netto miglioramento.
Negli ultimi anni diversi studi hanno dimostrato l’utilità dell’ozonoterapia nella riduzione delle ernie discali
Scopriamo insieme le principali tecniche di ozonoterapia, l'intraforaminale guidata e la tecnica classica.
85 pazienti affetti da lombalgia, lombosciatalgia o lombocruralgia, di cui 45 uomini e 40 donne, sono stati sottoposti a somministrazione di una miscela di Ossigeno-Ozono intraforaminale RX guidata. Nella maggior parte dei casi (80 pazienti) la causa del dolore era riconducibile ad una ernia discale, con conseguente conflitto disco-radicolare. Nel rimanente numero di casi (5 pazienti) il trattamento è stato effettuato su pazienti con stenosi del canale vertebrale associata a ernie/protrusioni discali. I livelli trattati sono stati in ordine decrescente L4-L5 (48 pazienti), L5-S1 (23 pazienti), L3-L4 (14 pazienti).
È stata effettuata una rigorosa selezione dei pazienti da trattare. In particolare si è provveduto a stabilire:
60 pazienti (75%) hanno riportato un miglioramento o la scomparsa della sintomatologia dolorosa (di cui il 65% dopo singolo trattamento); 20 pazienti (25 %) hanno riferito un miglioramento scarso o assente.
L’analisi dei dati raccolti dal gruppo di studio multicentrico prende in considerazione un gruppo di 23 pazienti di entrambi i sessi e con età compresa tra i 40 e i 65 anni, affetti da lombosciatalgia persistente per la quale avevano subito uno o più interventi chirurgici dai quali era comunque residuato un dolore di particolare intensità all’arto inferiore .
Il dolore cronico post intervento di ernia discale (FBSS, Failed Back Surgery Syndrome, sindrome da fallimento chirurgico spinale) trova una giustificazione etiologica in: a) compressione da ernia discale o protrusione discale; b) aderenze cicatriziali post intervento; c) persistente alterazione infiammatoria cronica su base autoimmune; d) persistente alterazione infiammatoria cronica su base degenerativa discale (che mantiene un edema flogistico in grado di irritare le radici nervose,oppure in grado di determinare fenomeni compressivi); e) compressione-ischemia a carico dei vasi del perinevrio, cioè del rivestimento del nervo, con persistente sofferenza della radice nervosa. In tale contesto un trattamento con Ossigeno-Ozono trova un ideale collocazione. Alle potenzialità antinfiammatorie l’Ozono associa quella disidratante, utile nei casi di recidiva erniaria, e rivascolarizzante, utile quando l’ischemia nervosa è alla base della patologia dolorosa.
I pazienti studiati avevano subito un intervento in ambito neurochirurgico in un periodo antecedente compreso tra sei mesi e dieci anni. La patologia erniaria era compresa nei territori L4-L5, L5-S1, e tutti i pazienti avevano svolto nell’arco di tutto questo tempo numerosi trattamenti antalgici: FKT, FANS, cortisone, peridurali antalgiche, TENS, con beneficio scarso o transitorio.
I pazienti sono stati seguiti per un periodo di dodoci mesi. Il trattamento è consistito in un ciclo di 10 infiltrazioni paravertebrali eseguite con cadenza bisettimanale, ad ogni seduta venivano praticate sei iniezioni da 5 ml di una miscela di Ossigeno-Ozono con concentrazione di 20 microg/ml somministrate a livello paravertebrale, in corrispondenza della recidiva erniaria o della radicolopatia e negli spazi intervertebrali immediatamente adiacenti. In seguito le somministrazioni sono state effettuate ad intervalli di circa un mese per sei-otto mesi.
15 pazienti (65%) hanno risposto positivamente; 3 pazienti(13%) hanno ottenuto beneficio parziale, 2 pazienti(8.7%) non hanno presentato alcun risultato positivo, tre pazienti non hanno completato il trattamento.
Gli autori terminano lo studio rilevando il “sorprendente entusiasmo” che i pazienti hanno manifestato nel corso della terapia per aver trovato una soluzione soddisfacente in un trattamento infiltrativo semplice e non invasivo.
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