Curare l’ernia del disco con l’ozonoterapia

Ad oggi l’ozonoterapia è uno dei migliori trattamenti per curare ernie e protrusioni discali e pressoché tutti i medici ne riconoscono i benefici ma non è sempre stato così

Il dott. Cesare Verga, un ortopedico, ha introdotto il trattamento delle ernie del disco e delle protrusioni discali con Ozono a partire dal 1980. Allora il trattamento prevedeva l’infiltrazione dei muscoli paravertebrali con un volume di gas molto elevato. I risultati terapeutici erano contestati dal mondo scientifico nonostante i pazienti guarissero.

Nel 1984, forte delle guarigioni dei suoi pazienti, il dott. Verga presentò i suoi risultati a un congresso medico ove però non ottenne esattamente grandi lodi.

Grazie al passaparola dei pazienti guariti, negli anni a seguire, crebbe la curiosità dei medici.

E fu così che a partire dagli anni 90 iniziarono a comparire i primi articoli scientifici su riviste mediche con casistiche progressivamente più numerose. Ma nonostante i pazienti continuassero a guarire e trarne benefici, buona parte del mondo medico continuava a ritenere la tecnica priva di efficacia.

Curare l'ernia del disco con l'ozonoterapia a MilanoNei primi anni del 2000, l’ozonoterapia raggiunge casistiche ormai imponenti, grazie anche al lavoro instancabile di un neuroradiologo di Brescia, il dott. Matteo Bonetti, motivato dalla stima di un’autorità indiscussa della neuroradiologia mondiale, il prof. Marco Leonardi. In un periodo di 10 anni vengono pubblicati centinaia di articoli con adeguati criteri di raccolta dati e analisi statistiche dei risultati: in una parola, scientifici.

Il mondo sanitario seppur inizialmente restio ad accogliere una terapia basata sull’uso di un gas, progressivamente, si incuriosisce alle tecniche di ozonoterapia e cominciarono a consigliarla ai loro pazienti.

Purtroppo però la grande opportunità che rappresentava l’ozonoterapia ha spinto personale non medico a praticarla e questo ne ha determinato il a livello nazionale per sei mesi da parte del ministro della Sanità Sirchia che ne sospende l’uso in Italia. Il TAR Lazio e la successiva Circolare della Regione Lombardia sanciscono la possibilità di continuare a praticarla e autorizzeranno esclusivamente il personale medico a sottoporre pazienti al trattamento.

In quegli anni, il dott. Zambello, oggi direttore sanitario della Clinica O3, approfondisce degli effetti collaterali legati alla somministrazione di miscele di Ossigeno-Ozono per il trattamento di ernie del disco e protrusioni discali e più in generale di ogni trattamento infiltrativo. A seguito degli studi da lui condotti ha pubblicato diversi articoli con la segnalazione delle cause e dei provvedimenti da adottare per evitare ogni effetto collaterale importante. Rivisita le diverse tecniche e dimostra in modo scientifico i dosaggi e volumi di Ossigeno e Ozono da impiegare per ottenere contemporaneamente la risoluzione del quadro patologico e la sostanziale assenza di effetti collaterali. Grazie a questi studi non vi sono più state segnalazioni di effetti collaterali maggiori in tutto il gruppo di medici della Federazione Italiana di Ozonoterapia (FIO).

Le tecniche di ozonoterapia per l’ernia del disco

In questi anni sono seguiti corsi e congressi nazionali e internazionali con l’obiettivo di formare e creare cultura scientifica attorno al mondo dell’Ozonoterapia. Attualmente le tecniche utilizzate per il trattamento dell’ernia del disco si utilizzano tre tecniche:

1. Intraforaminale con guida radiologica (Amplificatore di brillanza, TAC) anche detta ozonoterapia guidata o paravertebrale profonda
2. Paravertebrale
3. Intradiscale

Sebbene in molti casi le indicazioni si sovrappongano, quindi è possibile trattare un’ernia o una protrusione con più di una tecnica, il medico esperto può suggerire la metodica migliore in base alla morfologia e alla sede dell’ernia, nonché basandosi sui sintomi e sulle caratteristiche del paziente.

Il trattamento con miscela di Ossigeno-Ozono in sede intraforaminale prevede l’uso di un Amplificatore di brillanza o della TAC per il preciso posizionamento dell’estremità dell’ago nel punto di uscita del nervo infiammato dal canale spinale. Il trattamento è eseguito dopo un’accurata disinfezione della cute, seguita da un’anestesia locale con ghiaccio spray. Raramente risulta dolorosa per il paziente che, dopo circa 15-20 minuti, può ritornare al suo domicilio.

Questa tecnica rappresenta l’evoluzione ed il perfezionamento delle classiche somministrazioni paravertebrali. L’Ozono arriva esattamente sulle radici nervose sofferenti a causa dell’ernia o della protrusione. L’uso delle apparecchiature radiologiche permette di verificare in continuo l’accuratezza della metodica.

La tecnica risulta importante per diverse ragioni:

  • La maggiore rapidità nella risoluzione del quadro doloroso.
  • La somministrazione di Ozono nella più immediata prossimità sia del nervo che del ganglio spinale, altra struttura anatomica coinvolta nella genesi del dolore da compressione discale.
  • La possibilità di trattare e documentare radiologicamente la diffusione di Ossigeno-Ozono evitando ogni complicanza.
  • L’esecuzione di somministrazioni accurate anche in regioni sovvertite per la presenza di cicatrici a causa di precedenti interventi chirurgici (ad esempio nella sede di dolore residuo post intervento chirurgico).

Solitamente si eseguono 4 / 5 infiltrazioni a intervalli di una / due settimane. La percentuale di risoluzione positiva del quadro doloroso raggiunge l’85%.

Questa tecnica non solo è la più precisa ma è anche quella che permette al paziente una risoluzione del quadro clinico più veloce.

Rappresenta la tecnica storica, “la madre” di tutti i trattamenti con ozono della colonna vertebrale. Ancora oggi è la metodica più utilizzata grazie alla semplicità di somministrazione, alla grande efficacia terapeutica, ai pochi effetti collaterali e alle poche controindicazioni.

Il paziente deve essere disposto su un lettino con la schiena rivolta verso l’alto. Identificato lo spazio sede dell’ernia o della protrusione, il medico somministra una miscela di ossigeno e ozono in corrispondenza dei muscoli posti lateralmente alla colonna vertebrale. La somministrazione avviene attraverso aghi molto sottili a pochi centrimeti dall’ernia o protusione. La sede infiltrativa è individuat tramite riferimenti ossei.

Trova indicazione in molte patologie della colonna vertebrale:

  • ernia del disco
  • protrusione discale
  • artrosi
  • stenosi del canale vertebrale

Un ciclo prevede 10 o 12 sedute e la percentuale di risoluzione positiva del quadro doloroso raggiunge il 75-80%.

Rappresenta la tecnica meno nota ai pazienti sebbene sia la più rappresentata nel mondo della letteratura scientifica. Sono stati descritti più di 20.000 pazienti trattati con questa tecnica negli ultimi 10 anni; i risultati ottenuti sono stati oggetto recentemente di una cosiddetta meta-analisi, cioè di uno studio che confronta molte ricerche tra loro, che ha descritto i risultati con due semplici parole: “very impressive!” – davvero impressionante!

I risultati ottenuti, specie in alcune tipologie erniarie o protrusive, sono simili alla chirurgia, a differenza degli effetti collaterali, decisamente minori sia nel numero che nella qualità.

Questa tecnica trova una tipica indicazione in tutte le forme di protrusione (cioè con anulus fibroso integro) con sintomi che non rispondono a trattamenti meno invasivi. Non vi sono però controindicazioni assolute al trattamento di ernie contenute.

Il paziente non necessita di anestesia o sedazione. Attraverso una guida radiologica (amplificatore di brillanza o TAC) viene inserito un ago nel disco deformato e viene somministrato un piccolo quantitativo di Ossigeno-Ozono in grado di determinare una decompressione del disco attraverso un processo di disidratazione. Al termine del trattamento in alcuni centri segue, durante la fuoriuscita dell’ago, una somministrazione di ozono in sede intraforaminale; in altri centri viene invece somministrato del cortisone per favorire, in un caso come nell’altro, il processo antinfiammatorio a carico del nervo, processo che sta alla base della risoluzione del dolore da ernia o protrusione discale.

Le percentuali di risoluzione positiva del quadro doloroso raggiunge l’85%.

Semafori rossi: le controindicazioni dell’ozonoterapia per l’ernia discale

L’anamnesi e l’esame clinico del paziente con mal di schiena e/o dolore radicolare devono essere in grado d’identificare i casi in cui i sintomi possono dipendere da malattie sistemiche, infiammatorie, neoplastiche o infettive che coinvolgono il rachide. Va prestata estrema attenzione i pazienti che presentano, oltre al dolore lombare irradiato o meno, i cosiddetti semafori rossi:

deficit neurologico esteso e/o progressivo;
anamnesi positiva per tumore, calo ponderale non spiegabile, astenia protratta;
febbre;
dolore ingravescente continuo a riposo e notturno;
traumi recenti, assunzione protratta di cortisonici;
osteoporosi;
quadro clinico della sindrome della cauda equina con anestesia a sella in regione perineale, ritenzione o incontinenza urinaria e/o fecale, ipostenia bilaterale degli arti inferiori;
Solo un’accurata visita medica permette di escludere patologie ben più gravi di un’ernia discale.

Centro di ozonoterapia guidata a Milano

Il nostro centro di ozonoterapia, la Clinica O3, è diretto dal dottor Zambello che mette a disposizione dei nostri pazienti tutta la sua esperienza nella cura di ernie discali e patologie ortopediche tramite ozonoterapia guidata.

Il dott. Zambello non solo ha pubblicato studi scientifici in merito ma ha anche redatto il “Manuale di ozonoterapia“, importante testo di riferimento per tutti i medici che la praticano.

Al fine di far ottenere ai nostri pazienti una risoluzione positiva del quadro clinico con un minor numero di sedute di ozonoterapia, abbiamo dotato il nostro centro di un amplificatore di brillanza che ci permette di eseguire le infiltrazioni a pochi millimetri dalla sede infiammata. Con l’ozonoterapia guidata bastano infatti 4 o 5 sedute al contrario della paravertebrale che ne richiede da 10 a 12.